Asportazione e ricostruzione
Intervento in sintesi
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CHIRURGIA CUTANEA VISO: COS'È E COSA SAPERE
L’asportazione (exeresi) delle neoformazioni cutanee, è un intervento di chirurgia finalizzato alla rimozione delle alterazioni che interessano la cute. Si tratta di alterazioni che si svilppano in diverse parti del corpo e che possono essere motivo di disagio ed imbarazzo.
Possono essere inestetismi di varia natura, benigna o maligna, per cui mentre in alcuni casi riguardano solo l’aspetto estetico, in altri possono compromettere la salute. Attraverso questi interventi di chirurgia è possibile rimuovere le alterazioni come: nevo verrucoso, fibroma cutaneo, condilomi, nevi e tumori maligni (melanoma, carcinoma). Molto spesso è l’eccessiva esposizione solare a causare queste patologie, in altri casi si tratta di naturale predisposizione.
Altre comuni alterazioni cutanee possono essere rappresentate dai fibromi, ovvero accrescimenti benigni di pelle che vengono rimossi per finalità estetiche o se si trovano in prossimità di aree soggette a continuo sfregamento e i più pericolosi tumori cutanei maligni (carcinoma basocellulare, spinocellulare e melanoma maligno) che devono essere eliminati così da ridurre o annullare il rischio di complicazioni più serie. Quando si interviene per la rimozione di queste patologie, oltre al laser chirurgico, si può intervenire chirurgicamente tramite bisturi con la successiva ricostruzione del danno cutaneo mediante sutura, utilizzando tecniche di chirurgia plastica ricostruttiva o in alternativa adoperando particolari medicazioni.
La scheda tecnica dell'intervento
La chirurgia cutanea permette di asportare dalla cute, nevi, cisti, lipomi, fibromi, papillomi, verruche, cheratosi seborroiche ed attiniche, melanomi ed epiteliomi. A seconda dei casi e della gravità, si può agire in modi diversi: oltre allo shaving, che permette la rimozione di lesioni superficiali, come le cheratosi seborroiche o i piccoli fibromi, senza ricorrere ai punti di sutura, si parla di exeresi semplice o di exeresi chirurgica con ricostruzione.
Nel primo caso si procede con l’asportazione di una losanga cutanea a tutto spessore che comprenda la neoformazione (che subirà gli esami istologici del caso) dopodiché si procede con l’applicazione di punti di sutura. Tuttavia non è sempre possibile praticare l’asportazione di una neoformazione in modo semplice. Ci sono casi in cui la dimensione o la sede necessitano di una successiva ricostruzione. Questo accade, ad esempio, quando l’area interessata è particolarmente ampia o è localizzata in zone dove la trazione, prodotta per suturare la ferita, potrebbe determinare distorsioni con conseguenze estetiche e funzionali. In questo caso, quindi, in seguito all’asportazione, si preleva una quantità sufficiente di pelle (da sedi di prelievo diverse, dalla palpebra superiore alla regione ascellare a quella inguinale, in tutti i casi con residui cicatriziali trascurabili) che si utilizzerà per la ricostruzione della zona sottoposta a demolizione. La ricostruzione può avvenire attraverso l’innesto cutaneo, costituito da una porzione di pelle (epidermide e derma) priva di vascolarizzazione propria o con l’utilizzo di un lembo.
A differenza dell’innesto, i lembi cutanei sono porzioni di tessuto che mantengono una connessione – il cosiddetto “peduncolo” – con l’area donatrice e sono successivamente trasferite in un’area ricevente limitrofa mediante movimenti di scorrimento del lembo in avanti, lateralmente o mediante rotazione. Il lembo, quindi, ha una funzione attiva, poiché dotato di un proprio sistema di vascolarizzazione: ciò consente di trasferirlo in un’area ricevente non vascolarizzata o nella quale la vascolarizzazione non è più presente a causa di una asportazione chirurgica.
I primi giorni si potrà constatare un certo disagio o una sensazione di tensione sulle zone interessate, ma non si tratta di veri e propri dolori invalidanti. I primi giorni bisognerà evitare di forzare sulla cicatrice, quindi meglio evitare movimenti che sollecitino la zona operata. Nel corso delle prime 48 ore la regione operata può altresì presentare un rigonfiamento (edema) e delle piccole ecchimosi (di colore blu) che sono solo transitorie. Le lamentele sono in genere molto frequenti durante la fase di cicatrizzazione. Tutte le consultazioni non sono preoccupanti e devono essere considerate come delle conseguenze “abituali”. I fili di sutura, se non sono riassorbibili, vengono rimossi tra l’ottavo e il ventunesimo giorno. La cicatrice potrà allora essere mascherata secondo le indicazioni del chirurgo. Per quanto riguarda l’esposizione al sole, finché la cicatrice è ancora fresca, è preferibile evitare ogni esposizione e utilizzare una protezione a “schermo totale”.
Le recensioni dei pazienti
“Un dottore di eccellenza in tutto, umanità e professionalità al 100%, un numero uno della chirurgia estetica.”
Antonio Grazia Narciso
Paziente
“E che dire: è il migliore di tutti. Sono stata già operata da lui, con oggi e la terza volta. È il numero uno, complimenti per la sua professionalità.”