Capezzolo introflesso
Intervento in sintesi
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CAPEZZOLO INTROFLESSO: COS’È E COSA SAPERE
Esistono diversi tipi di capezzoli e, se normalmente si presentano sporgenti ed appuntiti, i capezzoli introflessi sono tuttavia un’anomalia piuttosto diffusa e frequente. In molti casi si tratta di un problema di natura congenita, in altri casi, invece, un capezzolo rientrato può anche essere causato da infiammazioni della ghiandola mammaria.
I capezzoli piatti derivano da un accorciamento ed una retrazione dei dotti galattofori. Avere un capezzolo piatto, quindi, può sia interferire con l’allattamento che creare problemi di natura estetica con importanti ripercussioni anche sull’aspetto psicologico. Esistono diverse tecniche chirurgiche che mirano alla correzione di questa anomalia e variano in rapporto all’entità del difetto.
Questo ed eventuali trattamenti aggiuntivi vanno valutati in presenza del paziente, essendo questi variabili sulla base dei casi specifici. Così come per gli altri interventi, suggeriamo di fissare un appuntamento con il Dr. Antonio Iodice per conoscere meglio tutte le caratteristiche dell’intervento. Lo studio è situato a Caserta ed è facilmente raggiungibile da Napoli e provincia, zona di Latina, Formia e basso Lazio.
La scheda tecnica dell'intervento
La correzione chirurgica del capezzolo retratto consiste nell’effettuare una piccola incisione a livello del capezzolo, attraverso la quale rimuovere i tralci fibrosi e i dotti galattofori troppo corti, stabilizzando il capezzolo nella nuova posizione.
Le cicatrici sono generalmente poco visibili perché contenute completamente nell’ambito dell’areola. L’intervento chirurgico è praticato in anestesia locale, in regime ambulatoriale o di day surgery; ha una durata di circa 30 minuti , consentendo una repentina quanto agevole ripresa delle comuni attività.
Il dolore è di lievissima entità, assolutamente controllabile con comuni analgesici. Come accade per ogni altro intervento chirurgico è necessario attendere che i tempi di guarigione portino allo smaltimento di tutti gli effetti legati all’infiammazione acuta, in particolare l’edema o il gonfiore.
La medicazione applicata sulla mammella per evitare lo schiacciamento del capezzolo, verrà rimossa entro i successivi 5-7 giorni dall’intervento; eventuali punti di sutura, invece, sono rimossi dopo circa 10 giorni se non sono riassorbibili.
All’inizio è normale che la zona appaia tumefatta, ma il gonfiore ridurrà lentamente fino a scomparire in circa 2 settimane.
Anche la sensibilità di areola e capezzolo, nei primi tempi, potrebbe essere alterata, ma si tratta di una condizione provvisoria, destinata a tornare alla normalità nell’arco di alcune settimane.
La normale attività quotidiana o lavorativa potrà essere ripresa già dal giorno seguente. L’intervento può accentuare l’impossibilità di allattare, condizione già fortemente compromessa nelle pazienti con capezzolo introflesso.
Le recensioni dei pazienti
“Un dottore di eccellenza in tutto, umanità e professionalità al 100%, un numero uno della chirurgia estetica.”
Antonio Grazia Narciso
Paziente
“E che dire: è il migliore di tutti. Sono stata già operata da lui, con oggi e la terza volta. È il numero uno, complimenti per la sua professionalità.”